I posti più belli della Campania

Posti da visitare in Campania: consigli utili

Cose da fare in Campania

Situata a sud-ovest la Campania è una delle regioni del Sud Italia particolarmente conosciuta per le sue antiche rovine e per la sua spettacolare costiera. Il capoluogo della regione è la città di Napoli, nota per essere circondata da un ambiente naturale rigoglioso e decisamente suggestivo.

Il Monte Vesuvio a forma di cono e le profonde acque blu situate nel Golfo di Napoli, sono solo alcune tra le tante attrazioni della regione. Senza dimenticare i luoghi romantici vicino Napoli come la meravigliosa Costiera Amalfitana che ospita diverse cittadine colorate dalle suggestive tinte pastello, come Ravello, Positano e Amalfi.

Non solo Napoli: i posti più belli della Campania

Posti belli di Napoli

Se ti stai chiedendo quali cose visitare a Napoli e dintorni, la tua esplorazione della regione Campania non può che partire dal cosiddetto Maschio Angioino. Si tratta di uno dei simboli più antichi di Napoli che hanno caratterizzato la sua storia medievale e rinascimentale.

Il Maschio Angiolino è un vero e proprio castello situato in Piazza del Municipio, oggi sede del Museo Civico nonché della Società napoletana di storia patria e del Comitato di Napoli per la storia del Risorgimento italiano.

Nel passato questo castello, conosciuto anche con il nome di Castel Nuovo, era una grande e maestosa fortezza angioina del quale oggi rimangono alcune torri, diversi percorsi museali e la Cappella Palatina.

Altra meta, tra le cose da vedere nel centro storico di Napoli, da non perdere assolutamente e situato vicino al Maschio Angiolino, è il Teatro San Carlo di Napoli, conosciuto per essere uno dei più importanti teatri della lirica sia in Italia che nel mondo. Fondato nel 1737 è il teatro più antico che ancora oggi rimane attivo per spettacoli, con una capienza di circa 1386 posti divisi in 5 ordini di palchi disposti a ferro di cavallo.

Nel pieno centro di Napoli si colloca il complesso museale di Santa Chiara, situato proprio nell'omonima via. Il sito comprende il chiostro maiolicato, famoso per gli affreschi al suo interno, il museo dell’opera, la zona archeologica e infine il presepe artistico che risale all’epoca del Settecento.

Un altro luogo da visitare nella città di Napoli sono le catacombe. Esse sono situate vicino alla Chiesa dell’Incoronata di Capodimonte e prendono il nome proprio del santo e patrono della città, Gennaro. Qui si possono visitare nello specifico delle splendide aree cimiteriali realizzate alla fine del II d.C.

Non solo Napoli: i posti più belli della Campania

Luoghi da visitare in Campania

Pompei, definita la città ritrovata, è stata riportata alla luce attraverso la costruzione di nuovi edifici e strade. L’eruzione del Monte Vesuvio del 79 d.C. aveva infatti sepolto sotto le ceneri l’intera città.

Oggi queste rovine possono essere visitate liberamente nel parco archeologico di Pompei, che si estende per ben 66 ettari. Qui è possibile vedere i monumenti, gli edifici privati e civili, le numerose pitture, mosaici e sculture di rinomata importanza storica e archeologica. Oggi queste opere fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Parlando sempre di scavi archeologici e di cosa vedere a Napoli e dintorni un’altra zona di gran fascino è la Villa di Poppea, altra località quasi interamente sommersa dall’eruzione del Vesuvio. Il complesso è situato all’interno del comune di Torre Annunziata in provincia di Napoli. La Villa di Poppea fu riscoperta intorno al 1970 e oggi parte delle sue sale vengono dedicate alla produzione di olio e vino.

Non solo Napoli: i posti più belli della Campania

Posti belli da visitare in Campania

Tra le isole più belle da visitare nella regione Campania, c’è senza ombra di dubbio l’isola di Vivara, piccola ma importante, nel passato era un vero e proprio cratere circolare.

L’isola di Vivara oggi è proprietà privata e per raggiungerla occorre noleggiare un’imbarcazione, in quanto il ponte che la collega alla città di Procida è inagibile. L’inestimabile valore naturalistico però che l’isola riveste merita sicuramente questo piccolo sacrificio.

La cima più alta dell’isola di Capri è il Monte Solaro di ben 589 m.s.l.m., la cui vetta è raggiungibile attraverso appositi percorsi e passaggi a piedi, ma anche con la seggiovia.
Da lassù si apre un panorama dalla vista decisamente mozzafiato, che permette di vedere l’intera isola di Capri, il Golfo di Napoli e fino al Vesuvio.

Il Lago Fusaro, situato a Bacoli in provincia di Napoli è un’altra delle tante attrazioni della Campania. Il lago è una bellissima location naturale, che si è formata con la chiusura del tratto di mare che collega Cuma e Torregavete. Proprio in questo posto il re Ferdinando IV aveva deciso di far costruire il suo bellissimo Casinò Reale dedicato alla pesca e alla caccia.

Un sentiero escursionistico particolare si sviluppa tra la Costiera Amalfitana e la Costiera Sorrentina ed è chiamato Sentiero degli Dei. Situato nella città di Positano nella provincia di Salerno è lungo circa dieci chilometri. Grazie a questo sentiero è possibile ammirare diversi e splendidi borghi, oltre alla distesa di mare azzurro considerato uno dei più belli del mondo.

Creato verso la fine dell’800, via Caracciolo ed il lungomare della città campana, rappresentano uno dei posti più romantici e suggestivi di Napoli dove si possono ammirare le colline circostanti, la meravigliosa città e la litoranea più bella d’Europa.

Non solo Napoli: i posti più belli della Campania

Amalfi e le sue location

Amalfi, piccola ma incantevole cittadina, è nota in tutto il mondo e molto amata per il suo ambiente naturale davvero particolare.
Al centro di Amalfi sorge la Cattedrale di Sant’Andrea riconducibile al periodo arabo-normanno, caratterizzata da un’ampia facciata a righe.
La cattedrale è inoltre molto suggestiva per via del suo interno rimaneggiato in stile barocco e per la presenza della cripta contornata di preziosi affreschi.

Non solo Napoli: i posti più belli della Campania

Dintorni di Napoli: Salerno, Ischia e Caserta

Nella cittadina di Centole, in provincia in Salerno, sorgono le Grotte marine di Capo Palinuro. La più importante di esse è sicuramente la cosiddetta grotta azzurra che si può ammirare anche attraverso un tour in barca. Altre grotte si trovano sotto il livello del mare e quindi si possono vedere solamente facendo un’immersione nelle acque più profonde.

La terrazza dell’infinito, conosciuta meglio come Villa Cimbrone, è un edificio storico costruito sopra un promontorio che si estende fino alla costiera amalfitana. Il palazzo, situato sempre a Salerno, è contornato da uno splendido giardino decorato con fontane, grotte, statue oltre che da molte antichità.

Su di un’isola vicino ad Ischia, si può andare ad ammirare il bellissimo Castello Aragonese che viene collegato ad essa attraverso un ponte, chiamato Ischia Ponte, in muratura. Il primissimo castello venne costruito ne 474 a.c. ma solamente gli aragonesi crearono la struttura moderna intorno all’anno 1450.

Per concludere con le location più suggestive della regione Campania come non citare la bellissima e sfarzosa Reggia di Caserta.
Questo immenso palazzo viene classificato come la residenza reale più grande al mondo.
Gli antichi proprietari sono stati i Murat e i Borbone di Napoli.

Se invece hai dei bambini e siete alla ricerca di cose divertenti da fare a Napoli in questa lista troverete sicuramente ciò che fa per voi: dalle gite all’orto botanico, al Centro equitazione Lago Patria, fino al parco giochi Panda Park.

Robot per la casa

Robot per la casa, perché sono utili e il boom di vendite in Campania

Complice la quarantena che sta affliggendo tutto il mondo, sembra che nelle ultime settimane vi è stato un vero e proprio boom di vendite nella Campania per quanto riguarda i robot per la casa. I motivi principali sicuramente sono due.

Il primo è una questione di igiene e salute. Mai come in questo periodo storico siamo stati consapevoli di quanto è importante mantenere la casa sempre pulita. La presenza del coronavirus ci ha reso a tutti molto più consapevoli del rischio di avere superfici non correttamente igienizzate. Di come possiamo trasportare in casa, semplicemente uscendo a fare una passeggiata, nemici invisibili che si depositano e dopo in un secondo momento possono contagiarci.

Grazie ai comodi robot per la casa è possibile automatizzare parte di questo lavoro e soprattutto rimuovere a fondo lo sporco. Un’aspirapolvere moderna è munita di un filtro pensato per assorbire e trattenere anche gli acari della polvere. Il pavimento perciò resta pulito e privo di sporcizia. Dopo non devi far altro che lavarlo con acqua e candeggina o altri prodotti che sterilizzano e uccidono qualsiasi virus.

Il secondo motivo per cui sempre più persone stanno ordinando online le aspirapolveri è che adesso c’è decisamente molto più tempo per pulire e tutti quegli acquisti rivolti alla casa fino a oggi rimandati, possono essere fatti.

Personalmente, pur non vivendo in Campania, anche io ho comprato un nuovo robot per la casa, è stato recensito dal sito www.migliorobotaspirapolvere.it e dopo un’attenta valutazione ho optato per il suo acquisto.

I vantaggi di un robot aspirapolvere

Ok, passiamo adesso ad analizzare i vantaggi di un robot aspirapolvere. Perché dovresti acquistarlo anche tu?

  • Oggi come oggi è possibile trovare robot per pulire casa a prezzi davvero concorrenziali. Se prima i costi parecchio a rialzo impedivano a tutti di comprarne uno, oggi in commercio se ne trovano di tutti i tipi, dai più semplici ed economici ai più complessi e costosi.
  • Puoi pulire a fondo la tua casa. Con la classica scopa e cassetta rimuovi parte dello sporco, ma tanto viene solo spostato e ridistribuito all’interno dell’ambiente. Inoltre polveri fini e allergeni restano nell’aria. La scopa elettrica se munita dell’apposito filtro (ormai quasi tutte lo hanno) ti permette di eseguire una pulizia completa dell’ambiente.
  • Con un robot per la pulizia professionale puoi anche lavare il pavimento. Questi modelli sono muniti di un contenitore per l’acqua, perciò costano un po’ di più e hanno un peso e un ingombro superiore, ma sicuramente possono esserti di grande aiuto nella gestione delle pulizie.
  • Con un’aspirapolvere non pulisci solo il pavimento. Grazie agli appositi ricambi puoi anche pulire i divani, i tappeti, le superfici come i tavoli (quando puoi staccare l’asta e ottenere così un pratico aspirabriciole). Questo ti permette di risparmiare ulteriormente tempo.
  • Alcuni modelli di robot per la pulizia sono automatici. Cioè non devi essere tu a governare il robot ma lo programmi e lui da solo si avvierà per iniziare pulire il pavimento in totale autonomia, raggiungendo tutti gli angoli della casa e senza colpire i mobili. In base al modello che acquisti la batteria può avere una durata superiore o inferiore e il robot quando le pulizie sono terminate o si bloccano da soli dove finiscono la pulizia o tornano alla propria base per porsi un’altra volta in carica.

Oggi come oggi è davvero fondamentale avere in casa un robot per le pulizie domestiche, che ti aiuta a velocizzare il processo e soprattutto a mantenere la casa davvero pulita.

La costa di Amalfi, in Campania

Le location più belle da visitare ad Amalfi

Stai organizzando una visita nella splendida Amalfi? Sei nel posto giusto. Ecco qualche valido spunto per non perderti il meglio di questa suggestiva località campana.

La cittadina di Amalfi e la sua Cattedrale di Sant'Andrea

La prima tappa fondamentale da cui partire se quello che si desidera è visitare la cittadina di Amalfi, situata nella regione della Campania, è sicuramente la Cattedrale di Sant'Andrea. La chiesa è collocata in particolar modo in fondo ad una lunghissima rampa di scale e per questo domina l'intera piazza principale di Amalfi. La Cattedrale di Sant'Andrea viste le sue particolari caratteristiche, sembra ricordare le moschee nord-africane, conservando però allo stesso tempo lo stile delle chiese classiche situate più verso nord.
La Fontana di Sant'Andrea è un'altra delle altre bellezze da visitare ad Amalfi, anche se spesso tende a passare un pò inosservata. Si tratta però di un pezzo d'arte magnifico nonché di grande importanza storica dedicata allo stesso santo della cattedrale, Andrea. La fontana è stata raffigurata con sculture di vero e proprio pregio.

Cosa vedere ad Amalfi tra rioni, musei e note piazze

Tra i vari Rioni più caratteristici della città di Amalfi, compare quello di Vagliendola. All'interno infatti è possibile ancora ad oggi trovare vecchie abitazioni aristocratiche detto case turrite, grazie al fatto che il rione è stato davvero ben conservato nel corso degli anni. Da qui si può inoltre decidere di incamminarsi verso l'albergo dei Cappuccini o meglio conosciuto come il vecchio Convento di San Pietro della Canonina.
Una volta giunti al rione è possibile anche visitare la Piazza dello Spirito Santo dove è collocato il famigerato Museo della Carta. Proprio qui infatti sono state raccolte le macchine specializzate nella produzione della carta.
All'intero del museo sono collocate diverse attrezzature e macchinari ancora funzionati, utilizzati in passato per realizzare la carta a mano.

Arsenali, misteriose grotte e mulini tra le cose da vedere ad Amalfi

Raggiungendo Piazza dei Dogi, si possono vedere i resti dell'antico Arsenale della Repubblica. Si tratta nello specifico di un vero e proprio cantiere navale dove veniva svolto l'intero lavoro della città quanto Amalfi era una potente e ricca Repubblica Marinara.
La grotta dello Smeraldo, altra importante attrazione di Amalfi fu scoperta nel 1932 per puro caso da un pescatore della zona.
Il nome della grotta è dato proprio dal nome della colorazione dell'acqua che riflettendo con la luce delle rocce, riesce a creare un vero e proprio effetto di color smeraldo.
La grotta dello Smeraldo si può visitare sia tramite via terra con scale ed ascensori oppure per via mare attraverso l'uso di zattere.
Se quello che si desidera è invece fare una rilassante passeggiata in totale tranquillità tra rovine di cascate e mulini non bisogna far altro che visitare la valle dei Mulini. Si tratta di un'antica mulattiera che ad oggi risulta messa in totale sicurezza. Il panorama che è visibile da questa valle è davvero suggestivo ed il percorso da compiere, non troppo impegnativo, ne vale la pena.
La Torre dello Ziro è invece un'altra delle attrazioni della città. Questa torre veniva utilizzata in passato per cercare di avvistare le navi saracene e per mettere in isolamento i prigionieri; proprio qui venne imprigionata Giovanna d'Aragona. Per raggiungerla occorre percorrere un camino abbastanza lungo ma una volta arrivati la vista è davvero magica.

Le spiagge più belle di Amalfi

Amalfi, è molto amata e conosciuta non solo per la sua ricca storia fatta di cultura e musei ma anche per le sue incredibili spiagge.
La spiaggia del Marina Granda è completamente attrezzata e fornita di diversi stabilimenti balneari. La posizione in cui si trova è molto comoda e l'accesso è quindi molto facilitato. E' sicuramente ottima per famiglie con bambini che amano sopratutto fare lunghe passeggiate sotto il caldo sole estivo.
La spiaggia del Duoglio invece, situata a solo un chilometri di distanza da Amalfi si presenta come una soluzione più intima in quanto ha solo un paio di stabilimenti balneari e un ristorante.

Perché preferire lo shavette al rasoio a mano libera

Rasoio a mano libera e shavette: quale scegliere

Rasoio a mano libera e rasoio shavette

Guardando uno shavette e un rasoio a mano libera riusciresti a notare le differenze in men che non si dica, confrontarli invece per fare un acquisto non sempre è così semplice e scontata la differenza.

La cosa che potrebbe sembrare inizialmente una discriminante nella scelta tra i due è la manutenzione. Se il rasoio shavette lo potrai lasciare a riposare nel suo astuccio per la rasatura o in bagno, la manutenzione del rasoio a mano libera non può assolutamente essere lasciata al caso.

Io avevo intenzione di acquistare uno shavette, quest’articolo che tratta i migliori rasoi shavette sul mercato mi è stato molto d’aiuto, in quanto propone tanti approfondimenti importanti, come il sapone da utilizzare e la tipologia di lamette da barba da dover scegliere.

Radersi con lo shavette: meccanismo della lametta

Il primo rasoio shavette è stato prodotto dalla Dovo, il miglior shavette in circolazione, il quale ha dato poi nome a tutta la categoria.

La shavette è un rasoio che assomiglia molto a quelli a mano libera, ma non è dotato di una lama intera fissa, come il rasoio tradizionale, bensì di una struttura con un sistema a lama intercambiabile. Sono accessori più moderni rispetto a quelli a lama fissa e molto più pratici da utilizzare.

Le lamette shavette possono avere vari tipi di incastro, il più semplice è quello con carrellino, che prevede di sfilarlo lateralmente e di riporvi sopra le lamette.

Come meccanismo è facile e intuitivo, prevede la rottura della lametta double-edge (doppia-lama) in due parti, una delle quali andrà inserita nell’apposito vano.

In Italia gli shavette sono utilizzati ogni giorno da migliaia di barbieri e acconciatori professionali. Vengono scelti per la loro accuratezza, precisione, oltre che per il minor rischio di taglio, ma anche per l’igiene, è infatti obbligatorio per legge l’utilizzo di lamette da barba monouso che evitino infezioni e contagi.

La lama del rasoio a mano libera, a differenza della shavette, dev’essere affilata regolarmente utilizzando una coramella, uno strumento con un lato in cuoio e un altro in jeans, e la pietra (Honing Stone) per non perdere il potere tagliente. Lo shavette non necessita di essere affilato. 

Rasoi a mano libera: come usarli

L’apertura del manico è lo stesso sia per il rasoio a mano libera che per lo shavette, anche perché potremmo azzardare che quest’ultimo sia un modello “commerciale” che prende come riferimento il rasoio a mano libera tradizionale.

L’utilizzo di uno shavette è del tutto simile a quello di un rasoio a mano libera. La posizione, una volta aperto il rasoio, è ortogonale alla parte che contiene la lametta e va impugnato in modo che il manico fuoriesca tra il dito anulare e quello medio, ponendo il pollice al di sotto del filo della lametta.

Questo è il modo classico di impugnare, ma col tempo potrai sviluppare il tuo di modo di tenere il rasoio, a seconda di come ti sentirai più comodo.

Perché preferire lo shavette al rasoio a mano libera

Perché scegliere lo shavette

Lo shavette ha la punta della lama esposta in modo minore, mentre il rasoio a mano libera ha una lama più ampia. Può essere facile tagliarsi se non si ha dimestichezza, se si sbaglia l’angolo di rasatura o si effettuano movimenti bruschi, ma ha comunque una lama più piccola rispetto a un rasoio a mano libera.

Ti consiglio lo shavette se devi:

  • Radere delle parti precise: come sagomatura o rifinitura dei contorni della barba, per dare forma alle basette, per le rifiniture sulla nuca o della parte posteriore della testa.

  • Avere una visione di quello che vuoi radere: Applicando una piccola quantità di gel per rasatura potrai avere la concreta sensazione di sapere quale zona radere e quale invece no. Ottimo quando si tratta di sagomare o pareggiare l’altezza di barbe piene di buchi. In questo caso radere di meno ed avere una visuale chiara ti impedirà di radere delle parti della barba che invece, se rasate, mostrerebbero dei vuoti.

  • Facile manutenzione: Essenzialmente dovrai preoccuparti solamente di acquistare delle lamette nuove che ti permetteranno di tenere sempre in ordine la tua barba. Dovrai cambiare la lama quando noterai che non taglia più in modo efficiente o gratta spiacevolmente la cute. Non dovrai affilare le lame, visto che verranno cambiate.

  • Lama meno affilata: Sicuramente lo shavette con al suo interno una lama da barba può fare dei taglietti niente male in quanto a larghezza e profondità, ma ha pur sempre dei limiti, determinati dalla parte in metallo in corrispondenza della testa della lametta. A differenza del rasoio a mano libera che quando taglia può ferire in modo profondo.

  • Più leggerezza e maneggevolezza: Raderti con uno shavette ti darà maggiori soddisfazioni, è di facile utilizzo e leggero rispetto a un rasoio a mano libera, più adatto a chi ha esperienza nell’usarlo.

Reggia di Caserta

La reggia di Caserta

La Reggia di Caserta è tra le opere architettoniche di maggiore interesse all'interno della regione Campania e di tutta Italia. I lavori di costruzione, che iniziarono nella seconda metà del XVIII secolo, furono commissionati da Carlo di Borbone all'architetto Luigi Vanvitelli, che sarebbe morto trent'anni dopo nella stessa città di Caserta. Vanvitelli non riuscì a vedere il suo progetto concluso, dal momento che i lavori proseguirono per quasi cento anni.

La Reggia fu completata soltanto nel 1847, a distanza di 95 anni dall'inizio del progetto. Appartenuta ai Borbone nel primo periodo, la Reggia di Caserta passò poi in mano ai Savoia, fino a quando negli anni Venti del Novecento diventò di proprietà dello Stato. Tra le principali attrazioni inserite all'interno dell'area si annoverano il Parco Reale il Giardino inglese.

A seguire un approfondimento dei più importanti appartamenti della Reggia che ospitarono Ferdinando I di Borbone, Ferdinando IV, Francesco II e Maria Carolina, oltre a un focus sul parco che circonda l'intera struttura ideato da Luigi Vanvitelli.

Gli Appartamenti Reali e le Sale della Reggia di Caserta

L'architetto Luigi Vanvitelli suddivise il Piano Nobile, riservato agli Appartamenti Reali, in quattro aree. Due di queste erano destinate agli Appartamenti del XVIII secolo agli Appartamenti del XIX secolo. I primi sono noti anche con l'appellativo di quarto del principe ereditario, i secondi invece con il nome di quarto del Re. Il primo (e unico) ad essere abitato per più di mezzo secolo fu l'Appartamento del Settecento. Tra i suoi inquilini si annoverano anche Maria Carolina e il marito Ferdinando IV. All'interno dell'appartamento privato della Regina da non perdere la Stanza di Lavoro, la Sala di Compagnia, la Sala Ellittica e la Sala delle Dame di Corte. Gli Appartamenti del XIX secolo non furono abitati subito dalla famiglia reale dei Borbone perché i lavori relativi all'ala occidentale della Reggia non erano ancora stati portati a termine. Infatti il progetto subì una brusca frenata tra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento, quando la Reggia di Caserta fu sotto la dominazione della Repubblica Napoletana portata da Napoleone Bonaparte. Tra le Sale di maggiore interesse ospitate dalla Reggia si segnalano la Sala del trono (che per dimensioni è la più grande) e la Sala del Consiglio (attraverso cui un tempo si aveva accesso all'appartamento del Re). Un altro piccolo gioiello custodito dalla Reggia di Caserta è il Teatro, con cui Vanvitelli volle riprodurre in scala il maestoso Teatro San Carlo della città di Napoli.

Il Parco Reale e il Giardino inglese della Reggia di Caserta

Insieme al Teatro, l'altro progetto che Vanvitelli vide realizzato prima di morire fu quello del Parco Reale. Nel corso degli anni successivi i sovrani apportarono delle aggiunte, tra cui il Giardino inglese. Il Parco Reale dona alla Reggia di Caserta un contesto tale da farla competere con la Reggia di Versailles.

Oggi il Parco della Reggia si compone di tre parti: la prima è caratterizzata dalla presenza del Bosco vecchio e della Castelluccia (edificio in cui un giovanissimo Ferdinando IV si esercitava in battaglie finte); la seconda si compone di diverse fontane che regalano ai visitatori spettacolari giochi d'acqua; la terza e ultima parte è costituita dal Giardino inglese, voluto fortemente da Maria Carolina. Per la realizzazione del Giardino inglese fu convocato a Napoli Andrew Graefer, noto botanico inglese. Il Giardino ospita alcune statue della collezione Farnese e quelle provenienti direttamente dagli scavi di Pompei, oltre al Bagno di Venere e il Criptoportico.

Biglietti

Biglietto Appartamenti Reali, Parco Reale e Giardino Inglese
€ 14,00

Solo Appartamenti Reali (acquistabile quando il Parco è chiuso)
€ 10,00 

Solo Appartamenti Reali (acquistabile dopo le 17)
€ 3,00 

Parcoday (acquistabile presso la biglietteria Corso Giannone – accesso al Parco Reale e al Giardino Inglese)
€ 9,00 

Reggia twodays (pomeriggio e giorno successivo)
€ 17,00 

Riduzioni e gratuità:
€ 2,00 – dai 18 ai 25 anni (non compiuti)Gratis – fino a 18 anni (non compiuti)

La Reggia di Caserta è aperta tutti i giorni, eccetto il martedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio

Fusilli

La pasta di Gragnano: eccellenza italiana nel mondo

La Campania ha regalato all'Italia alcuni dei migliori prodotti della nostra tradizione culinaria. Dalla pizza alla frittura, dai friarielli alla bufala. Questa terra è uno dei migliori vivai dove coltivare la nostra gastronomia, poiché racchiude in sé segreti, tradizioni e sapori unici nel mondo.

Anche la pasta di Gragnano fa parte di questi tesori, poiché è parte integrante della storia di Napoli. Con il suo avvento, nel XVI secolo, ha cambiato il modo di concepire i pasti e la tradizione e ha reso, grazie ad un microclima unico, questa zona di mondo la massima produttrice di pasta su scala globale. Ancora oggi viene riconosciuta l'unicità di questo prodotto, tanto tradizionale quanto iconico. Se la pasta rappresenta l'Italia nel mondo lo dobbiamo, in larga parte, proprio a Gragnano.

Affidarsi alla tradizione di Gragnano significa scegliere storia, fedeltà, competenza e tradizione

Scegliere Gragnano significa scegliere la miglior farina di semola e con la sola acqua del territorio. E' infatti questo il vero segreto di questo prodotto eccezionale. La pasta viene prodotta solo attraverso la selezione delle migliori semole, e l'acqua di Napoli è il vero segreto di questa meravigliosa terra. Le sue proprietà nutritive, infatti, rende questo oro liquido speciale. Il processo di lavorazione è composto di diverse fasi: un impasto di prodotti esclusivi e genuini, la gramolatura, durante la quale l'impasto viene reso omogeneo e, infine, la trafilatura.

Questo è forse il processo più nobile di tutti, poiché la pasta viene inserita all'interno di trafile in bronzo, che rendono l'impasto ancor più nobile. La pasta, infine, viene lasciata ad essiccare, raffreddata e stabilizzata ad una temperatura compresa tra i 40° e gli 80°, per una tempistica variabile tra le sei e le sessanta ore. La pasta, infine, viene ventilata e, infine, fatta raffreddare. Il confezionamento va completato entro un giorno intero al completamento della produzione.
Questo intero processo è ciò che giustifica il prezzo della pasta di Gragnano IGP, leggermente al di sopra della media. La qualità, in fondo, è normale che abbia un prezzo.

La pasta di Gragnagno IGP si presenta dorata al punto giusto e omogenea, ha una superficie particolarmente ruvida causata dalla trafilatura al bronzo, poiché questo tipo di struttura riesce a far impregnare il prodotto di condimenti. Una volta cotta, la pasta si presenta compatta, con un deciso odore e sapore di grano.

La città di Gragnano: qualità e sapore vanno preservate anche a casa

La pasta di Gragnano IGP non è soltanto un'eccellenza, ma un intero territorio. La città di Gragnano, infatti, viene riconosciuta universalmente come la città della pasta e l'influenza che questo prodotto ha avuto sull'intera popolazione locale è evidente. L'intera conformazione di questo paese è stata elaborata in base alla produzione di questa eccezionale materia prima. La località continuò ad espandersi, in proporzione diretta alla notorietà della sua pasta nel mondo. Nel 1843 un piano urbanistico ridisegnò completamente la fisionomia della città, portandola all'apice di quella cultura stessa.

La pasta di Gragnano si può conservare sino ad una durata massima di circa tre anni, a patto che venga mantenuta sigillata in un luogo a temperatura costante. Durante la fase di cottura, è importante che la pentola sia sufficientemente ampia da non permettere alla pasta di incollarsi. Il rapporto corretto dovrebbe essere circa 1 litro di acqua per ogni 100 grammi di pasta.

In commercio esistono diverse tipologie di pasta in vari formati, adattandosi ad ogni tipo di cliente, gusto o sapore. Esistono diverse tipologie di pasta, sigillati in confezioni dal differente peso.

Gusti, sapori e tradizioni che portano l'Italia in alto nel mondo: lo straordinario valore di Gragnano

La pasta di Gragnano IGP è un tesoro della nostra tradizione nazional-popolare. Ha avuto largo consenso sia in territorio nazionale, sia in campo estero, trasportando la nostra cultura gastronomica in giro per il mondo. E' un vanto di cui tutti possiamo essere orgogliosi, poiché rappresenta l'eccellenza. Una storia secolare, che ci è stata tramandata nel corso degli anni e che continuerà a portare in alto il tricolore nel mondo.
La tradizione della pasta di Gragnano IGP va difesa e condivisa.

Castel Nuovo (Maschio Angioino), Napoli

Alla scoperta del Castel Nuovo, il Maschio Angioino di Napoli

Noto anche con il nome di Maschio Angioino, il Castel Nuovo medievale sorge nella città di Napoli per volere di Carlo I d'Angiò nel 1266, in seguito alla sconfitta degli Svevi e allo spostamento della capitale da Palermo al capoluogo campano.

Il Maschio Angioino si presenta come una struttura imponente e suggestiva, caratterizzata da cinque torri dalla forma cilindrica. Ancora oggi viene riconosciuto come un simbolo distintivo della città di Napoli che domina l'area del Porto.

Il castello venne originariamente realizzato per avvistare le incursioni nemiche e sostituì l'obsoleto sistema di difesa attuati con il Castel dell'Ovo e del Capuano, diventati oramai troppo obsoleti per le esigenze del tempo e ubicati in posizioni poco strategiche, oltre che distante dal mare.

La costruzione dell'opera venne affidata a Pierre de Chaulnes, architetto che riuscì a concludere i lavori dopo appena 5 anni, nonostante le vaste dimensioni dell'edificio. Oggi l'aspetto della fortezza è assai diverso da quello originario, anche perché ha fortemente risentito della stratificazione avvenuta durante il susseguirsi delle varie epoche.

Alla morte di Carlo I d'Angiò, la struttura è diventata la dimora di Carlo II d'Angiò, nonché luogo in cui avvenne l'abdicazione Celestino V e l'elezione del successivo papa Bonifacio VIII nel 1294.

La Cappella Palatina, che rappresenta il cuore pulsante del castello, è la parte che ancora mantiene i tratti originari. Le ristrutturazioni del castello, iniziate nei primi del '300, hanno coinvolto personaggi illustri come Boccaccio, Giotto e Petrarca. Nel corso della storia numerosi sono stati anche gli attacchi politici e i saccheggi ai danni del castello.

Nel 1734, per volere di Carlo Sebastiano di Borbone, l'edificio venne ristrutturato perdendo le connotazioni di sede regia. Ulteriori cambiamenti di carattere estetico seguirono fino al '900 e che comportarono anche la demolizione degli edifici circostanti per far spazio ad un ampio giardino.

Allo stato attuale il Castel Nuovo è un luogo in cui vengono svolti eventi e tante manifestazioni culturali, oltre ad essere la sede del Museo Civico e della Biblioteca di Napoli.

Castel Nuovo: informazioni e biglietti

Il Castel Nuovo sorge a Napoli in Piazza Municipio. L'itinerario museale è distribuito nei tre piani, interamente dedicati al Museo Civico. L'area ospita anche la Sala dei Baroni, la zona archeologica (ex sala dell'Armeria), il cortile Monumentale e la Sala della Loggia che affaccia sugli arsenali.

Il Castel Nuovo è raggiungibile online al sito ufficiale comune.napoli.it. La biglietteria del castello può essere invece raggiunta chiamando allo 0817957722, numero utile anche per richiedere visite guidate anche in gruppi.

Il Castello è visitabile dal Lunedì al Sabato, dalle 8:30 alle 19:00. La biglietteria chiude un'ora prima. La chiusura è prevista, salvo variazione, evneti e manifestazioni organizzate, alla Domenica e durante i giorni festivi. Il castello resta inoltre chiuso nelle giornate del: 25.12 – 01.01 – 01.05.

I biglietti d'ingresso, al costo di 6 euro, possono essere acquistati in loco, presso la biglietteria del castello.

Sono previsti riduzioni e ingressi gratuiti per i minori di anni 18, studenti inclusi nella lista nominativa autorizzata dalle scuole, autorità diplomatiche o consolari in visita ufficiale e per cittadini stranieri proveniente dalle città gemellate con Napoli. Sono inoltre previsti sconti progressivi per acquisti cumulativi.

Inoltre si effettuano visite su prenotazione, quest’ultima da effettuare sul posto dalle 9.30 alla 16:30 e per gruppi al massimo di 20 persone. Le visite si svolgeranno con operatori culturali appartenenti ai Servizi Napoli, subordinatamente alla disponibilità del personale.

5 consigli per biglietti da visita efficaci

5 consigli per biglietti da visita efficaci

La stampa di biglietti da visita rimane uno strumento di comunicazione più che pratico. Vengono scambiati in occasione di fiere, lasciati a potenziali clienti con i quali hai già avviato un primo contatto, consentono di ricordare i ricordi affettuosi delle persone e possono persino accompagnare le lettere che invii. Molte sono le tipografie online in Campania che mettono a disposizione delle vere e proprie piattaforme su cui caricare il proprio file e ordinare sul Web i propri biglietti da visita, consegnati a domicilio.

Colpisci le menti dei tuoi interlocutori con un biglietto da visita che lascia una buona impressione.

1. Il contenuto del biglietto da visita

È controproducente voler inserire troppi elementi in un biglietto da visita a tutti i costi: hai solo un piccolo rettangolo che sta in una tasca! Non è necessario sovraccaricarlo al punto da renderlo illeggibile.

Una carta efficace può essere soddisfatta con le seguenti informazioni:

  • il nome della tua azienda, con il suo logo
  • il tuo nome e cognome che ti consente di contattarti: telefono (diretto o no), e-mail, indirizzo.

Se necessario, puoi aggiungere il tuo slogan, se è breve. Altro materiale scritto sarà superfluo.

2. Il formato del biglietto da visita

I biglietti da visita rettangolari rimangono i più utilizzati nel settore professionale. Detto questo, nulla ti impedisce di mostrare un minimo di originalità.

Se mantieni il rettangolo, puoi riempirlo in verticale, anziché in orizzontale. Ma hai anche ill diritto di scegliere forme rotonde, quadrate o addirittura ritagliate per rappresentare il tuo settore di attività (il bordo di un pettine per un parrucchiere, ad esempio).

È tutta una questione di settore: le fantasie potrebbero essere meno popolari nel mondo assicurativo che in quello degli organizzatori di eventi!

3. Il layout

La natura detesta il vuoto, a quanto pare. Questo non è il caso degli occhi umani: a loro piace trovare posti su cui soffermarsi mentre stanno leggendo un documento.

Quindi, non trascurare lo spazio bianco nel layout del tuo biglietto da visita. Serviranno per evidenziare gli elementi più importanti: spetta a te decidere se preferisci focalizzare l'attenzione sul tuo nome o su quello della tua azienda!

Un consiglio: è consuetudine considerare che l'altezza della spaziatura tra le linee deve essere sempre maggiore della dimensione del carattere.

4. Scegli gli stessi caratteri

Per un effetto armonioso, non mescolare troppo i tipi di caratteri utilizzati.

L'unica tipografia più originale dovrebbe essere quella del tuo logo. Per gli altri, resta sobrio ... e leggibile.

Se lo desideri, puoi evidenziare alcuni elementi usando il colore o il grassetto. Non abusare di altri effetti di stile. Tieni presente che questo è un documento molto piccolo.

Tuttavia, questo non ti esonera dal preferire un carattere all'altro, se pensi che ti rappresenti meglio.

5. Il colore

Le carte in bianco e nero hanno avuto il loro giorno. Ora, per un tasso appena più alto di efficienza, puoi aggiungere colore alla tua comunicazione. Usalo con parsimonia: non più di tre diverse tonalità sullo stesso biglietto da visita (due sarebbero preferibili).

D'altra parte, è possibile invertire e scrivere in bianco su uno sfondo colorato. L'impatto potrebbe essere più importante ... ma fai attenzione a non dare un colpo troppo forte alla leggibilità. Su questi documenti professionali, a volte è preferibile la sobrietà.

La finitura del biglietto da visita, opaco o lucido, il suo materiale, il suo spessore, il fatto che abbia bordi arrotondati o che sia colorato sul bordo sono tutti elementi che partecipano anche al suo aspetto. Queste sono spesso scelte che incidono sul budget. Ma la presentazione generale si baserà sempre sugli stessi principi, qualunque sia il dettaglio selezionato successivamente.

L’utilizzo dei biglietti da visita è ancora molto utilizzato nel settore degli eventi fieristici. La Business Card è il primo contatto che si ha con i potenziali clienti, per questo non bisogna fallire. Cosa aspetti? Conquista i tuoi clienti!

La pastiera napoletana

I dolci tipici della tradizione campana

Dolci tipici della Campania

In quest’articolo parleremo di così tante delizie che a molti di voi verrà l’acquolina in bocca! Faremo un viaggio, infatti, tra dolci e dolcetti della tradizione Campana, terra fortemente legata ai sapori e al cibo. Ecco una lista golosissima di dolci Campani tipici:

La pastiera napoletana

Al primo pasto tra i dolci tipici della tradizione campana troviamo la pastiera napoletana. Si tratta di un dolce non legato esclusivamente alla città di Napoli come invece il nome fa desumere.

La pastiera napoletana viene preparata con la base di pasta frolla farcita al suo interno con ricotta, latte bollito e scorze di arancia candita. Una volta cotta la pastiera si presenta come una vera e propria crostata dai bordi tendenti al giallo oro e la superficie decorata con intrecci di larghe strisce di frolla.

I dolci tipici della tradizione campana

Il babbà

Il babbà è un altro dei dolci appartenenti alla tradizione campana dei pasticcini napoletani.
Si tratta di dolce estremamente morbido, grazie al rhum con il quale viene imbevuto.

Le sue dimensioni cambiano a seconda dello scopo: se sono necessarie per la piccola pasticceria i babbà tendono ad avere misure ridotte, altrimenti possono diventare delle vere e proprie torte.

I dolci tipici della tradizione campana

La sfogliatella

Tra i dolci tipici campani non può mancare assolutamente le sfogliatelle. Conosciute in tutto il mondo, le sue antiche tradizioni riconducibili alla località della provincia di Salerno Conca dei Marini.

La leggenda narra nello specifico che la sfogliatella veniva preparata delle monache di un vecchio monastero, usando la pasta di semola avanzata che veniva poi unita alla frutta secca, al limoncello e allo zucchero.

Il successo delle sfogliatelle è diventato davvero enorme tant’è che la ricetta è stata poi ripresa e revisionata da Pasquale Pintauro, un noto pasticcere di Napoli.

Questo dolce campano viene realizzato a forma di fagottino con la superficie increspata e il suo gustoso interno viene riempito con zucchero, ricotta, uovo, semolino e un’aggiunta di vaniglia o cannella.

I dolci tipici della tradizione campana

La torta caprese

Tra i dolci campani più amati e apprezzati ci sono anche quelli che sono nati per caso, con qualche ingrediente in meno!

Tra questi c’è la torta caprese nata verso il 1920 dal pasticcere Carmine di Fiore. Mentre preparava un dolce a base di cioccolato e mandorle, dimenticò di inserire nell’imposto la farina e questo gli permise di inventare una nuova ricetta, che fu chiamata in seguito torta caprese.

Un dolce molto morbido, che avvolge il palato con il suo sapore intenso di cioccolato e con le note decisamente inconfondibili delle mandorle. L’impasto viene realizzato utilizzando, burro, zucchero, uova, cacao amore e mandorle tritate.

I dolci tipici della tradizione campana

La delizia al limone

Continuando il nostro “tour” alla scoperta dei dolci campani gustiamo insieme un’ottima delizia al limone, torta preparata con il limoncello e con una soffice farcitura di crema al limone.

Questa ricetta anche se è stata inventata solo pochi anni fa più precisamente nel 1978, ma ha già ottenuto importanti riconoscimenti come quello di specialità dolciaria e l’iscrizione al registro dei PAT del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

I dolci tipici della tradizione campana

La zuppa inglese napoletana

Un dolce tipico napoletano è la zuppa inglese in versione partenopea, goloso dolce al cucchiaio dalla consistenza morbida e cremosa, molto amato da coloro prediligono il sapore della meringa.

L’impasto viene preparato imbevendo strati di Pan di Spagna con il rum, che si alternano con la crema pasticcera alle amarene, ricoperto poi da uno strato di meringa avvolgente. Delizioso e molto scenografico.

I dolci tipici della tradizione campana

Il torrone napoletano

Dolce tipico napoletano uno dei più famosi dolci della tradizione, il torrone napoletano è detto anche torrone dei morti, in quanto dolcetto dei giorni di Ognissanti e dei defunti.

Realizzato con un impasto morbido al cioccolato, che può essere sia bianco che fondente. Viene riempito con ingredienti unici: mandorle, pistacchi, nocciole e ne esiste anche una versione dalla consistenza più dura, farcito con miele e vari tipi di frutta secca.

I dolci tipici della tradizione campana

La Scazzetta del Cardinale

Per terminare con dolci tipici della Campania, da Salerno proviene invece la torta Scazzetta del Cardinale. Le origini di questo dolce sono molto antiche e continuano anche oggi ad avere un grande successo.

Il Pan di Spagna nella torta viene farcito con crema Chantilly e fragole di bosco, il dolce ideale da servire durante occasioni speciali. La forma del dolce deve corrispondere a quello di una cupola mentre la glassa rosa colata sopra tende a formare un vero e proprio copricapo. Uno dei dolci più colorati e golosi della tradizione culinaria Campana.

Scenic picture-postcard view of the city of Napoli (Naples) with

My Trip To South Italy, il portale che valorizza la bellezze del Sud Italia nel mondo

L’Italia è il Paese al mondo più ricco per storia, opere d’arte e paesaggi mozzafiato. Ogni anno milioni di turisti da tutto il globo decidono di trascorrere le proprie vacanze nel Bel Paese per riuscire a godersi delle bellezze nostrane.

Quest’anno, per via della pandemia del coronavirus, il settore turistico è già stato e sarà fortemente messo in crisi e, stando a quanto dicono gli esperti, non riuscirà a riprendersi prima di 8/12 mesi per quanto riguarda il flusso di turisti internazionali. Un piccolo spiraglio di luce potrà essere il turismo interno ma tutto dipenderà da quando e come ci si potrà nuovamente muovere dalle proprie città per motivi non lavorativi e se si riuscirà a superare la prevedibile paura di entrare in contatto con altre persone.

Fortunatamente, il digitale è uno strumento che ci permette di poter esportare tutto il Bello delle nostre regioni fino all’altro capo del mondo senza dover interagire direttamente.

Questo è l’obiettivo che sta cercando di raggiungere il sito My Trip To South Italy.

Nata nella seconda metà del 2019,si tratta di una piattaforma online tutta in lingua inglese, creata dall’Associazione di promozione sociale My Trip To con base operativa a Napoli, che parla di ben 9 regioni italiane a tutto tondo:

  • Abruzzo
  • Lazio
  • Molise
  • Campania
  • Puglia
  • Basilicata
  • Calabria
  • Sicilia
  • Sardegna

All’interno del sito possiamo trovare notizie sulle location turistiche popolari ma anche a proposito delle tradizioni culinarie, delle produzioni di alimenti, degli artigiani e dei loro manufatti, dei luoghi di cultura e delle tradizioni locali oltre che a destinazioni di lusso nel Sud Italia. Insomma, una gran bella panoramica di quello che il Sud Italia ha da offrire al resto del mondo.

L’associazione My Trip To sta creando una rete di partners sul territorio interessati ad entrare nel progetto al fine di promuovere le proprie attività; fino ad ora ad aderire sono stati hotel, aziende agricole e ristoranti tutti sparsi nelle varie regioni interessate.

Oltre alla diffusione tramite il digitale, My Trip To distribuisce dei magazine periodici in tutto il mondo, in alcune delle strutture più importanti e con un elevato flusso di visitatori, come lounge di aeroporti, importanti business hotel e ristoranti, country e yacht club e tanto altro ancora. Parliamo in totale di oltre 700 punti di interesse dislocati in 4 diversi continenti.

Per diffondere il messaggio in maniera ancora più chiara in tutto il mondo, il magazine viene redatto in ben 4 lingue diverse: Inglese, Russo, Cinese e Arabo.

Ogni numero della rivista presenta alcune destinazioni per ognuna delle regioni coinvolte nel progetto. Nel numero di Marzo, ad esempio, per la Campania sono state incluse le città di Caserta, San Leucio e Capua; parliamo quindi di destinazioni non sempre molto conosciute ma anche piccole città e borghi che costituiscono la maggior parte del nostro patrimonio culturale e paesaggistico e che, a volte, non riescono mai ad emergere del tutto nel resto del mondo, in quanto non godono di servizi di promozione adeguata e sistematica.

Ma non è tutto, nel magazine è presente anche le pubblicità dei vari partner,in modo da promuovere i prodotti della nostra Terra in tutto il mondo e favorirne l’esportazione.

Ad oggi, dopo solo 6 mesi di attività, il progetto ha già suscitato un grande interesse grazie alle tante attività svolte.

A suggellare la bontà dell’iniziativa, sul finire del 2019 è arrivato anche il patrocinio da parte dell’Assessorato allo Sviluppo e Promozione del Turismo della Regione Campania. Un Importante riconoscimento da parte delle nostre autorità che permetterà al progetto di guadagnarsi la fiducia di tutti coloro che volessero entrare a far parte della rete di partner dell’Associazione My Trip To.

Parco archeologico di Pompei

Parco archeologico di Pompei

Riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, il parco archeologico di Pompei si estende per circa 66 ettari e racchiude edifici, monumenti, sculture, pitture, oltre che mosaici di straordinaria bellezza e rilievo storico culturale.

L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., narrata da Plinio il Giovane, da Tacito e dagli storici dell'epoca, ha preservato l'immagine e l'organizzazione delle città romane. Questo ha permesso di comprendere gli usi, le abitudini e i costumi dei cittadini.

La città sorge nella valle del fiume Sarno, alla cui foce si trovava un porto. Oggi i visitatori accedono tramite le antiche porte e precisamente dall'ingresso di Porta Marina. Inizia così un percorso basolato lungo il quale sarà possibile visitare abitazioni, botteghe, le aree sacre, i complessi termali, il quartiere del teatro e dell'anfiteatro, nonché il Foro circondato dagli spazi pubblici. Lungo le strade si scorgono anche le quattro necropoli e le tombe monumentali disposte all'uscita delle porte urbiche. All'esterno degli scavi invece si possono visitare le residenze dell'agro, fra cui spicca la Villa dei Misteri.

La città è organizzata in quartieri (regiones) e isolati (insulae). Questa suddivisione risale alla metà dell'800 per volere di Giuseppe Fiorelli. L'attività di scavo, dal 1924 e fino al 1961, è stata poi diretta da Amedeo Maiuri. In questo periodo, specialmente nelle regioni della parte orientale, vennero alla luce edifici di grande pregio come la casa del Menandro.

Durante questa fase si portano a compimento la recinzione della città e lo scavo di porta Nocera. Solo durante la seconda metà del XX, allo scopo di assicurare l'adeguata conservazione del sito ed in seguito ai danni provocati dal sisma del 1980, si è dato maggiore spazio al restauro che ha interessato i diversi isolati fra cui la via dell'Abbondanza, la Casa dei Casti Amanti e le Terme.

L'area archeologia richiede più giornate ma alcuni posti, più di altri, consentono di scoprire al meglio il trascorso del nostro territorio e le tradizioni che precedono l'eruzione del 79 d.C. La Casa del Fauno, il Tempio di Apollo, il Teatro Grande, l'Anfiteatro o il Foro sono soltanto alcune delle attrazioni che meritano di certo la visita.

Parco archeologico di Pompei: informazioni

L'area archeologica si trova a Pompei (NA), in Piazza Anfiteatro 8. L'accesso al sito in base al periodo segue le seguenti fasce orarie:

1 Aprile al 31 Ottobre

  • da Lunedì al Venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00
  • da Sabato a Domenica dalle ore 8:30 alle ore 18:00

1 Novembre al 31 Marzo

  • da Lunedì al Venerdì dalle ore 9:00 alle ore 15:30
  • da Sabato a Domenica dalle ore 8:30 alle ore 15:30

La chiusura degli scavi dal 1 Aprile al 31 Ottobre è prevista alle 19:30, mentre dal 1 Novembre al 31 Marzo è fissata alle ore 17:00.

Al raggiungimento di un numero alto di visitatori il Parco archeologico di Pompei potrebbe anticipare la chiusura al pubblico, allo scopo di evitare l'eccessiva presenza simultanea turisti che potrebbe compromettere la sicurezza e la salvaguardia dell'area. Inoltre durante le giornate in cui è previsto l'ingresso gratuito, il Parco archeologico di Pompei si riserva di attivare l'accesso a scaglioni o per fasce orarie, in modo da regolamentare il flusso dei turisti.

Il Parco archeologico di Pompei è raggiungibile chiamando il numero 081 857 5311 o accedendo al sito ufficiale pompeiisites.org.

I biglietti si possono acquistare solo presso le biglietterie ufficiali ubicate all'ingresso dell'area archeologica oppure online, tramite il circuito TicketOne. La vendita dei biglietti al di fuori degli ingressi principali e dei canali ufficiali non è autorizzata e riconducibile dalla direzione del Parco Archeologico. Si informa, inoltre, che il prezzo dei biglietti può subire variazioni in concomitanza con eventi, mostre e rappresentazioni.