Cos’è Charas e come viene coltivato?
Che cos’è la charas
Acquistabile online su justcanapa.it, la charas è una tipologia di hashish alquanto apprezzata da chi già conosce altre variabili legali, soprattutto perché ha una elevata concentrazione di THC rispetto ad altri tipi. Ebbene, questo prodotto viene ottenuto grazie alla resina, la quale si ricava strofinando le mani sulle infiorescenze della pianta di cannabis. Successivamente il processo prevede che venga rimossa tramite la raschiatura della pelle grazie all’utilizzo di una lama.
Infine questa tipologia di hashish viene preparata tramite compressione in panetti o palline, come da standard. Questa si differenzia rispetto all’hashish marocchino tradizionale esclusivamente per il modo in cui viene lavorato: infatti quello tradizionale viene ricavato da delle piante morte, mentre quelle della charas sono ancora vive seppur se ne intaccano le infiorescenze. E’ particolarmente amata da coloro che apprezzano gli effetti psicoattivi spiccati, dati per l’appunto da una elevata concentrazione di THC, che come già anticipato risulta più elevata rispetto a quelle presenti in commercio e pertanto maggiormente ambita per chi ama meditare e rilassarsi.
Se si intende avere delle maggiori informazioni su questa tipologia di prodotto, è possibile visitare il seguente link: justcanapa.it. Questa tipologia di hashish è considerata abbastanza antica soprattutto per il metodo con cui viene ricavata, ancora utilizzato nell’India del Nord e nell’Himalaya, mentre i Paesi che maggiormente producono hashish non la utilizzano. La charas è maggiormente caratterizzata da un colore più scuro rispetto a quello normale e dalla sua malleabilità: infatti, al contrario di altre tipologie, è possibile evitare di riscaldarlo al fine di poterlo unire al tabacco, ma al contrario è sufficiente usare le proprie mani e sbriciolarlo.
In particolar modo, in zone come l’India la charas è vista come una sostanza davvero ottimale proprio per gli effetti psicoattivi che dona e per le sue proprietà medicinali: è per questo che tale pianta viene usata tutt’oggi da migliaia di anni in alcune zone, e per alcuni seguaci della religione e di Shiva essa è sacra. Alcuni monaci infatti, denominati anche Sadhu, lo utilizzano appositamente per comunicare con il loro Dio. Secondo queste persone infatti la stessa divinità ha creato il primo seme per poi impiantarlo nella zona dell’Himalaya.
Come viene prodotta la charas
Come già anticipato, la charas e la sua coltivazione hanno una modalità differente rispetto ad altre tipologie comuni di hashish ed è quindi necessario esporla in maniera corretta, passo per passo. Innanzitutto si utilizzano delle cannabis ancora vive, e non essiccate, e poi ne vengono prese le infiorescenze. Queste ultime risultano nella fase di piena fioritura ed esse vengono delicatamente strofinate con le mani. Una volta fatto ciò, si dovrà quindi rimuovere le foglie in eccesso e continuare a strofinare fino a quando non si ha una resina nel palmo delle mani.
Così facendo si avrà quindi la possibilità di rimuoverla, facendo attenzione che tutta la resina venga destinata all’utilizzo e che non venga quindi sprecata. Al fine di facilitare il recupero della resina vengono anche utilizzate delle spatole o lame non affilate, e apposite per recuperare la quantità corretta di resina senza sprechi, così da poter creare successivamente dei panetti o palline dalla tipica dimensione, pari ai 10 o 15 grammi massimi. La resina viene infine compattata tramite dei semplici movimenti con le mani. Seppur questa tecnica sia considerata alquanto elementare, soprattutto dai paesi occidentali che la producono in maniera differente e meno macchinosa, questa è tutt’ora utilizzata dai seguaci di Shiva e da molti altri cittadini.