Atene e Napoli, tra acropoli e chiese sui resti di antiche acropoli
Ogni città-Stato dell’antica Grecia aveva una sua Acropoli. Tuttavia, nessuna di queste superava quella di Atene nelle dimensioni, nella bellezza e nella concentrazione di così tanti bei monumenti delle epoche passate. Nell’acropoli ateniese il tempo si congela nell’impeccabile eleganza delle forme architettoniche. Tutto qui appare maestoso e sorprendente per portata e monumentalità, a testimonianza dell’alto livello di sviluppo della cultura degli antichi Greci. Per secoli quest’acropoli è rimasta un modello di architettura a livello mondiale e ancor oggi non è da meno.
L’acropoli di Atene
Inizialmente, sulla collina dell’Acropoli si trovava il palazzo imperiale, e nel VII secolo a.C. iniziò la ristrutturazione su larga scala. Allora furono gettate le basi per il primo e più significativo tempio: il Partenone, dalle dimensioni a dir poco incredibili. Il segreto è che le colonne del Partenone si trovano a una certa angolazione l’una dall’altra. Ciò è dovuto a una serie di altre interessanti caratteristiche architettoniche tipiche di questa costruzione. Una delle principali decorazioni del Partenone ateniese fu la statua dedicata ad Atena Promachos, realizzata in avorio e oro. Intorno al secolo a.C. fu portata a Costantinopoli, dove durante un incendio venne completamente distrutta.
Per millenni, l’Acropoli è stata un simbolo di Atene, una roccia sacra, un collegamento tra lo splendore dell’antica civiltà greca con la modernità. L’Acropoli e i suoi monumenti, la sua storia e i suoi miti sono giustamente considerati l’orgoglio della città e sono assolutamente una delle cose da visitare ad Atene. Infatti, centinaia di migliaia di turisti ogni anno si recano in pellegrinaggio sulle pendici sacre affascinanti per la loro magnificenza e bellezza. Se non sei mai stato all’Acropoli, assicurati di andarci: sarà un evento unico e indimenticabile.
L’Acropoli di Atene è la più alta manifestazione dell’armonia dell’architettura. Questa grandiosa composizione di disegni perfettamente equilibrati crea un paesaggio monumentale unico nella sua bellezza, costituito da una serie di capolavori del V secolo a.C.: Partenone di Fidia, Iktinos e Kallikrath (447-432); Propilei (437-432), il tempio di Niki Afteros (448-407), ecc.
Non meno grandioso è l’Eréchtheion (l’Eretteo), costruito sul luogo in cui avvenne la leggendaria disputa tra Poseidone e Atena. Qui, nel santuario di Pandora, veniva immagazzinato un ramo d’ulivo e scorreva una fonte di acqua di mare. Inoltre, il tempio ha le famose sculture di cariatidi: sono sei bellezze che ne sostituiscono le colonne, in aggiunta a molti fregi e mosaici conservati in alcuni punti.
Tra gli altri spicca anche il tempio della dea Atena Nike. Secondo la leggenda, gli ateniesi la lasciarono senza ali in modo che non volasse via da loro in quanto credevano che li portava alla vittoria. Questo è davvero un posto leggendario. Fu qui che Egeo aspettò suo figlio Teseo, e in un impeto di sfrenata disperazione saltò in mare. Molto vicino sorge anche l’antico teatro di Dioniso, dove Aristofane ed Eschilo, Sofocle ed Euripide hanno presentato i loro drammi e commedie. Vale sicuramente la pena visitare questo posto, specialmente se si punta a capire il motivo per cui ancor oggi, nell’epoca della modernità, sono tantissimi turisti volenterosi di vederne i segreti.
In precedenza, si poteva entrare nell’Acropoli di Atene attraverso l’enorme cancello chiamato Propilei. Si tratta di un capolavoro di arte architettonica che molti ritenevano addirittura essere il Volto di Atene. Oggi questa possibilità è stata limitata.
Naturalmente, anche gli edifici monumentali dell’Acropoli sono soggetti all’influenza del tempo, quindi tutto ciò che può essere visto lì è praticamente distrutto. Numerose distruzioni e rovine avvenute in epoche diverse cambiarono ulteriormente il volto della “città alta”. Ma, tuttavia, l’Acropoli di Atene ci stupisce con la sua grazia, lusso e perfezione, anche in stato di rovina. Camminare qui significa fare, letteralmente, un salto nel tempo: ci si ritrova in mezzo a decorazioni e posti dall’ineguagliabile bellezza. Un qualcosa che non si può semplicemente descrivere a parole: è una di quelle esperienze che devono essere provate sulla propria pelle.
Tra i resti delle acropoli di Napoli
Parlando delle più belle acropoli del mondo non ci si può dimenticare di tutto ciò che riguarda i resti di tutte le acropoli che c’erano a Napoli dove ora sorgono chiese o templi come ad esempio il Tempio dei Dioscuri. Si tratta di un ampio tempo decisamente meno popolare di quello di Atene, ma non per questo meno bello. Tale sito venne costruito nell’epoca della fondazione di Napoli, intorno al V secolo a.C. e in da subito venne dedicato ai due Discorui, ovvero a Polluce e Castore, figli di Zeus. Sebbene questo tempio fu molto resistente e duraturo, dovette essere ricostruito in larga parte sotto l’imperatore Tiberio, negli anni 14-37 d.C.
La ricostruzione s’iscrisse perfettamente in una più ampia sistemazione del centro urbano di Napoli. Successivamente il culto legato alle figure dei Dioscuri si trasformò in larga parte in una contemplazione di tipo dinastico. Venne quindi collegato ai membri della casa imperiale regnante.
All’origine, il tempio sulla sua facciata principale riportava anche una scritta: “Tiberio Giulio Tarso (fece costruire) in onore dei Dioscuri e della Pòlis il tempio e tutto quanto è in esso/Pelagon liberto e procuratore dell’imperatore, avendolo finito a sue spese, lo dedicò.” Da questa si capì chi erano i finanziatori della costruzione di quest’imponente edificio a Napoli.
Sfortunatamente, ciò che vediamo oggi non è che ricostruzione abbastanza approssimativa del Tempio, che venne gravemente danneggiato da un terremoto avvenuto nel 1688. Il suo aspetto originario, quindi, si può considerare completamente perduto e dobbiamo accontentarci di vedere una specie di ritorno alla sembianza originale.
Anche se il Tempio rimase per molto tempo inutilizzato, a cavallo tra l’VIII° e il IX° secolo venne definitivamente incluso nella Chiesa di San Paolo. Questo Tempio conservò in modo del tutto inalterato la propria facciata, compresa anche l’iscrizione sul fregio e le varie decorazioni presenti sul frontone. A partire dal IX° secolo, il Tempio in questione svolse per lo più delle funzioni religiose. Per confermare l’aspetto originale del frontone di questo tempio, il pittore portoghese Francisco de Hollanda s’impegnò a disegnarlo prestando una particolare cura a tutto ciò che riguardava i dettagli del frontone. I finanziatori dell’opera di disegno degli elementi frontali del Tempio non sono conosciuti con precisione.
Tra il Cinquecento e il Seicento, il Tempio venne inserito nel complesso del Convento di Gaetano da Thiene e subì un’altra ristrutturazione a opera di Francesco Grimaldi. Come in precedenza, la facciata non fu tocca dai lavori edili, motivo per cui si può comunque ammirare ciò che resta degli antichi pronai del tempio. Molti dettagli importanti, difatti, vennero completamente distrutti a causa dei terremoti degli anni 1686 e 1688. Tutte le decorazioni crollate si persero con il tempo e anche successivamente l’edificio in questione continuò a subire vari rimaneggiamenti. Per esempio, all’inizio del Settecento si decise di rimuovere dalla struttura due colonne, che andarono a impoverire ulteriormente la faccia frontale della costruzione.
Il ritrovamento delle statue in marmo di Polluce e Castore avvenne addirittura nel 1972 e fu alquanto curioso. Difatti, tali statue furono trovate proprio sotto le statue di San Paolo e San Pietra, quasi simmetricamente situate sulla facciata dell’edificio. Attualmente vengono conservate entrambe al Museo Archeologico di Napoli, dopo aver subito un ampio lavoro di restauro.
Altre acropoli in Europa
Quelle di Napoli e Atene, però, non sono le uniche Acropoli dell’Italia e della Grecia. In entrambi i Paesi, difatti, si possono trovare anche diverse altre acropoli meravigliose. Basti pensare alle magnifiche costruzioni di Tirinto, Argo o Micene (quest’ultima da non perdersi assolutamente), in passato luogo di residenza dei Re e al giorno d’oggi degli splendidi esempi di architettura classica italo-ellenica. Spostandosi verso il Bel Paese, l’Italia, non ci si può dimenticare delle acropoli di Selinunte in Sicilia, di Taranto o di Canosa di Puglia. Non solo! Anche il Castello di Eurialo di Siracusa da molti professionisti archeologici viene a tutti gli effetti considerato come una parte dell’acropoli siracusana.